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Anni '90: tra turismo, ONG e uragani

Racconto del decennio che ha dato una svolta allo sviluppo turistico



San Agustinillo 1995. Image credits: Mario Corella


Racconto dell'ex Agente Comunale (in carica dal 1993-1997)


La diminuzione della pesca e la chiusura della caccia alle tartarughe, dichiarata illegale nel’91, hanno segnato uno spartiacque nel pueblo. Da quel momento in poi il turismo e la migrazione emersero come le uniche vie percorribili per andare avanti. C’era da aspettarsi che la comunità accettasse qualsiasi tipo di appoggio dall’esterno, anche se questo comportasse un cambio radicale, dato che le proposte che venivano avanzate avevano a che vedere con un passaggio dallo sfruttamento alla conservazione dell’ambiente. Col trascorrere degli anni, si è reso evidente che i locali non erano predisposti a un cambiamento di mentalità, hanno sempre preferito la via del guadagno facile, e hanno sempre fatto di tutto per ottenerlo.


Quando la ONG “Ecosolar” è arrivata con incentivi e donazioni da parte di alcune ambasciate (Canada e Inghilterra) per la costruzione del Centro Mexicano de la Tortuga per un processo di trasformazione verso l’ecoturismo, non è stato facile, ci sono stati tanti conflitti e dinamiche di invidia. Mentre alcuni volevano entrare a far parte del gruppo ecologista e diventare “i prediletti”, per ottenere un impiego magari, altri erano completamente contrari. Da una parte, incolpavano Ecosolar di averli lasciati senza lavoro (la caccia alle tartarughe) e di favorire solo alcuni coi suoi progetti, oltre al sacrilegio di portare esperti da fuori per la gestione del CMT.


È stato così che molti locali hanno iniziato ad organizzarsi per conto proprio con un’offerta di camere, in competizione aperta contro i “mechudos” (chiamavano così il gruppo ecologista della ONG). Insomma, lo sviluppo turistico ha iniziato ad essere disordinato e il pueblo a dividersi.


Poi ci sono stati gli uragani Paulina e Rick nel ’97, la goccia che ha fatto traboccare il vaso… Dopo di essi Mazunte e San Agustinillo cacciarono Ecosolar e me medesimo dal comune.


Per quanto riguarda gli stranieri, si sono stanziati inizialmente con la volontà di integrarsi alla comunità e poi via via sono arrivati quelli che hanno iniziato a creare i propri spazi e a costruire rivolgendosi alla classe media e cosmopolita e non ai turisti backpackers che era abituato a ricevere il pueblo. I locali, quindi, hanno dovuto imparare ad affrontare questo tipo di competizione… C’è da dire che i locali non erano in condizioni di uguaglianza rispetto agli stranieri, non avevano educazione né erano familiari all’attività economica turistica. Per questo è un errore credere che se la gente del posto vive male è perché lo vuole o che il rifiuto verso gli stranieri sia solo frutto di razzismo e ignoranza.

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